Milano, città moderna, città di movimento, di velocità, di grattacieli. Ma Milano è anche città di misteri e leggende, nascoste sotto la superficie di architetture apparentemente anonime.

  1. La colonna del diavolo
  2. La casa del diavolo
  3. Approfondimenti

La colonna del diavolo

Una semplice colonna di marmo con un classico capitello corinzio, situata nei pressi della basilica di Sant’Ambrogio, nasconde un’aurea di mistero probabilmente dovuta proprio alla sua posizione, così vicina alla Basilica del Santo Patrono della città. Di origine antica, datata II-III secolo, presenta due fori: una stranezza su cui si sono scatenate le più fervide fantasie. La leggenda di certo più suggestiva chiama in causa il Diavolo e Sant’Ambrogio, nella più classica delle battaglie tra bene e male. Il Diavolo avrebbe cercato a più riprese di indurre il Santo in tentazione, ottenendo solo un portentoso calcio da parte di Ambrogio talmente ben assestato da scaraventare il signore degli inferi contro la colonna, dove vi rimase incastrato con le sue stesse corna. Una variante omette il calcio: Satana, infuriato per la tenace opposizione del Santo, avrebbe tirato una testata alla colonna, rimanendovi incastrato. Comunque in entrambe le versioni proprio i due fori creati dalle corna furono la strada che il signore degli Inferi imboccò per sfuggire alla prigionia, svanendo dentro la colonna stessa che divenne quindi una porta per l’inferno. E c’è chi sostiene che da allora dalla colonna uscirebbero effluvi solforosi ma c’è di più, giusto per aggiungere altro brivido a questa storia. Infatti, la notte prima di Pasqua, attraverso i fori della colonna sarebbe possibile vedere Satana stesso traghettare le anime dannate verso l’Inferno. E se il coraggio non vi mancasse, accostando le orecchie ai fori riuscireste anche a sentire il rombo delle fiamme infernali. Queste leggende intorno alla colonna del Diavolo nascono dal non sapere ancora oggi quali fossero le origine e gli scopi di questo pilastro. L’unica certezza è che la colonna sia arrivata qui sicuramente dopo l’epoca ambrosiana, in un’area che era già utilizzata per i primi cimiteri cristiani. Infatti nel 1883 uno scavo archeologico effettuato in prossimità della colonna riportò alla luce resti della sepoltura di numerose persone. Lasciando da parte il diavolo, rimane il fatto che questa colonna fosse considerata dotata di qualche potere anche nell’antichità. Le notizie storiche riportano che i podestà di Milano, una volta nominati, accorressero ad abbracciarla per significare che la loro condotta sarebbe stata retta e immacolata.

La casa del diavolo

Dopo la colonna del Diavolo, non poteva mancare anche la casa del Diavolo. Questa volta siamo in corso di Porta Romana, al civico 3, dove si erge Palazzo Acerbi con la sua struttura austera e sobria tipica dello stile barocco lombardo. Ma come è tipico per molti palazzi della città, questa facciata austera nasconde ambienti lussuosi: ampi cortili porticati, vasti saloni in marmo decorati con alcune delle statue e dei quadri più belli dell’epoca e un imponente scalone a tre rampe che sale all’appartamento padronale. Qui soggiornava uno dei personaggi ambigui della storia di Milano (uno potete trovarlo qui): Ludovico Acerbi, politico e magistrato al servizio della corona Spagnola. Siamo intorno al 1630, nel pieno di una delle ondate di peste che si sono abbattute sulla città. Ma non solo nessuno degli abitanti del palazzo ne fu contagiato, anche le feste qui non si fermarono mai. Fu proprio per questo motivo che i milanesi cominciarono a mormorare che il Palazzo fosse la residenza del diavolo, fomentati anche dall’abbigliamento stravagante dell’Acerbi. Pare infatti che il nostro Ludovico amasse recarsi per le vie della città drappeggiato con un manto verde, spesso usufruendo di una carrozza trainata da sei cavalli neri. E tale nomea di dimora del Diavolo trovò ulteriore conferma quando il palazzo stesso resistette anche ad una cannonata austriaca durante le cinque giornate di Milano del 1848 rimasta incastonata nella facciata.

Approfondimenti

Potete trovare un breve tour virtuale di Palazzo Acerbi qui

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