La basilica di Agliate, ad Agliate Brianza, nel cuore del Parco Regionale Valle Lambro, una delle aree verdi di cui è ricca la nostra regione. Qui, incastonata nella cornice di una natura generosa, sorge la millenaria basilica dei Santi Pietro e Paolo che insieme al suo battistero costituisce testimonianza importante dello stile romanico. E proprio il suggestivo scenario che fa da sfondo alla basilica facilita a immaginare la vita di questa comunità negli anni antichi, una sorta di piccolo priorato come quello alle porte di Kingsbridge, nel bellissimo ciclo di romanzi “I pilastri della terra” di Ken Follett.
- Le origini di Agliate
- La storia della basilica di Agliate
- L’esterno della basilica
- La basilica- interni
- Il battistero
- Come arrivare
- Approfondimenti
Le origini di Agliate
Dobbiamo immaginare come fosse il territorio di Agliate Brianza nell’antichità: la vicinanza di un incontaminato fiume Lambro, oltre a garantire terre ricche e fertili, rendeva Agliate un nodo strategico per le comunicazioni e gli scambi con le altre zone limitrofe come Monza e Milano. Fu appunto questa strategica posizione di Agliate, in prossimità di un guado sul fiume Lambro a fare la fortuna del piccolo borgo: tale posizione, infatti, era sulla confluenza di un sistema che metteva in comunicazione la Brianza centrale con Milano e Monza da una parte e la zona del Comasco dall’altra. Tradizionalmente questo tipo di borghi era denominato pieve, termine che indicava una circoscrizione territoriale religiosa e civile facente capo ad una chiesa rurale con battistero, detta chiesa matrice o pievana. Nell’Alto Medioevo a tale tipo di circoscrizione sacra erano riservate le funzioni liturgiche più importanti per la comunità e da essa dipendevano sia le chiese sia le cappelle prive di battistero. In generale tale terminologia era riservata alle circoscrizioni ecclesiastiche minori dell’Italia settentrionale, costituite da un vasto territorio con una chiesa principale dotata di battistero e molte altre chiese succursali e cappelle, corrispondenti alle parrocchie dell’Italia meridionale, da cui si differenziavano in quanto queste ultime di norma non avevano succursali. Per quanto riguarda nello specifico la pieve di Agliate, sono numerosi gli studi che attestano la sua nascita, come centro di evangelizzazione per la popolazione locale, già a partire dal VI secolo. Tutte queste caratteristiche contribuirono quindi a portare Agliate a diventare un importante punto di riferimento civico e religioso del territorio.
La storia della basilica di Agliate
La basilica di Agliate dei santi Pietro e Paolo ha origine antiche: si possono far risalire le prime notizie certe all’anno 1064, rintracciabili in un atto notarile dove vengono citati i possedimenti della chiesa “sancti Petri de Aliate”. Inoltre nel 1619 il cardinale Federico Borromeo ne fornisce una descrizione in uno dei suoi molteplici appunti di viaggio, trasmettendoci l’immagine di quella che era ai tempi la basilica.
Il complesso sacro di Agliate è costituito dalla basilica vera e propria, con sacrestia addossata (ma di epoca successiva), la torre campanaria poco discosta e il battistero isolato: tutti elementi che danno vita a un insieme organico, cui partecipano il limitrofo a giardino alberato e il circostante tessuto edilizio di origine storica. La disposizione degli edifici del complesso, ad eccezione della sacrestia edificata in un secondo momento, seguiva i rigidi dettami ambrosiani, che prevedevano la separazione degli edifici di culto, riservando al battistero la somministrazione del Battesimo, quale momento di coronamento del percorso di conversione dei pagani, con il loro ingresso nella nuova comunità cristiana. Questa separazione si mantenne fino a metà del 700, quando il sacerdote in carica della basilica di Agliate decise di intervenire sulle strutture del complesso, facendo, tra l’altro, costruire una sagrestia sul lato meridionale, che mettesse in comunicazione il Battistero con la chiesa. La presenza di un battistero monumentale come quello di Agliate ha fatto sì che la somministrazione di tale sacramento continuasse ad essere prerogativa del capoluogo e non delle singole parrocchie fino al XII secolo.
La discesa di Napoleone in Italia ebbe conseguenze anche sulla basilica di Agliate: la pieve amministrativa venne infatti soppressa nel 1797, con la successiva elezione a vicariato in luogo di Carugate e il concomitante riordino e ammodernamento di nuovi distretti amministrativi. Il colpo di grazia arrivò nel 1838 quando il cardinale austriaco Karl Kajetan von Gaisruck decise di sopprimerla come entità territoriale e di suddividerla in tre vicariati aventi sede, rispettivamente, ad Agliate, a Carate Brianza e a Besana Brianza.
Alla fine dell’800, più precisamente tra il 1892 e il 1895, vennero messi in campo lavori di restauro per far fronte alla situazione di estremo degrado cui era andato incontro il complesso dei santi Pietro e Paolo di Agliate. A promuovere tali interventi fu l’Ufficio Regionale per la conservazione dei monumenti sotto la direzione di Luca Beltrami, architetto già all’opera nel restauro di numerosi e importanti monumenti sia lombardi che italiani, come il Castello Sforzesco, il Duomo di Monza e il campanile di San Marco a Venezia. Nel corso di tali lavori la facciata a capanna venne trasformata in una facciata a frontone spezzato mentre il campanile fu demolito per essere ricostruito poco distante, nella posizione che occupa attualmente. Si procedette inoltre al reintegro della muratura, a filari di ciottoli e pietre, con la sostituzione di larghi tratti della tessitura originaria. Purtroppo tali interventi di restauro non sempre mantennero la fedeltà e il rispetto necessario per tutte le parti del complesso: vennero infatti portati alla luce resti della decorazione pittorica della basilica e del battistero, che si pensò, malauguratamente, di ridipingere pesantemente. Fu solo grazie a un secondo intervento di pulitura, eseguito solo in anni recenti e decisamente più rispettoso del materiale oggetto di intervento, che fu possibile recuperare alcuni brani significativi della navata centrale e della volta a botte che precede il presbiterio, tra cui un Cristo benedicente in un cerchio di luce tra i simboli degli evangelisti. Dallo studio di questi frammenti è stato così possibile ricostruire quello che doveva essere l’aspetto originario dell’impianto decorativo della basilica di Agliate: le scene delle pareti della navata erano distribuite su due registri sovrapposti separati da un fregio a meandro prospettico e seguivano un impianto tipologico, con storie parallele di Adamo ed Eva (parete nord) e Cristo (parete sud). Ulteriori scavi archeologici condotti nel 1990 hanno riportato alla luce i resti della chiesa precedente, resi visibili da una lastra di cristallo posizionata sul pavimento della navata centrale della basilica di Agliate.
L’esterno della basilica
La facciata della basilica di Agliate è molto semplice e già avvicinandosi si viene pervasi da un senso di solidità e di sicurezza, trasmessi dalle mura stessa della basilica, costruite utilizzando blocchi di pietra squadrati e grossi sassi di fiume, tenuti insieme da abbondanti strati di malta. La facciata è a salienti ed è suddivisa in tre navate, con quella centrale molto più alta rispetto alle due laterali: tale suddivisione rivela inoltre la corrispondente suddivisone dello spazio interno.
In aggiunte, a ogni navata inoltre un portale nelle cui lunette sono presenti decorazioni a mosaico realizzate dalla scuola del Beato Angelico di Milano intorno al 1950. Bisogna comunque sottolineare come il portone centrale sia in realtà il frutto di lavori di restauro realizzati alla fine dell’Ottocento, lavori che hanno interessato tutto il complesso della basilica di Agliate.
Basilica di Agliate – dettaglio lunetta centrale
La parte posteriore della basilica di Agliate è anch’essa tripartita, essendo delimitata da tre absidi ben conservate arricchite da monofore e da un’ulteriore decorazione ad archetti nell’abside centrale.
Basilica di Agliate – vista posteriore
Il campanile invece, come abbiamo avuto già modo di vedere, è costruzione decisamente più recente rispetto al complesso, essendo stato edificato alla fine del XIX secolo.
La basilica – interni
L’interno della basilica è sobrio e austero: da queste mura si sprigiona un forte senso di spiritualità che spinge al raccoglimento e al silenzio, complice un’illuminazione soffusa, assicurata dalla luce fatta filtrare dalle due monofore presenti nella parte centrale della facciata.
Basilica di Agliate – interno
La basilica di Agliate possiede una qualità che la rende estremamente moderna in quanto per la sua costruzione sono stati utilizzati prevalentemente materiali da riciclo, ossia materiali recuperati da demolizioni di altri edifici sacri. Così, ad esempio, i capitelli risultano tra loro differenti proprio per la diversa provenienza dei materiali utilizzati: tra questi, uno altro non è che una pietra miliare romana risalente all’imperatore Giuliano L’apostata (361 d.C.), pietra la cui funzione era designare il secondo miglio da Como.
Internamente la basilica presenta una tripartizione in archi sorretti da colonne che, come abbiamo visto, sono di riuso e per tale motivo ciascuna differente per forma, dimensione e stile del capitello. Inoltre su alcune di tali colonne sono ancora visibili le originali iscrizioni romane. I capitelli, in pietra, sono tutti ascrivibili all’XI secolo, ad eccezione di un esemplare in marmo di età carolingia confrontabile con i capitelli di San Satiro di Milano. Originariamente l’interno della chiesa era riccamente decorato: purtroppo di tutti gli affreschi, rimangono visibili solo alcune tracce e frammenti, particolarmente sulle pareti della navata centrale.
Basilica di Agliate – colonnato
Il presbiterio, a causa dell’innesto della cripta, è notevolmente sopraelevato rispetto al piano della chiesa, è coperto da una volta ed è preceduto da un arco trionfale decorato con motivi floreali e geometrici. Al di sotto di esso si apre, come nelle migliori tradizioni, una cripta. Anche le absidi minori sono precedute da una campata voltata a crociera, anticipando un assetto che si ritroverà poi nella basilica di Sant’Ambrogio di Milano. In controfacciata è presente l’immancabile organo, realizzato nel 1883 da Bernasconi.
L’interno della basilica di Agliate è un vero e proprio scrigno che conserva al suo interno i preziosi tesori emersi durante lavori di restauro e campagne di scavo archeologico eseguiti a partire dalla fine dell’800. Procedendo lungo la navata sinistra possiamo ammirare un segnacolo agrimensorio di età medioevale (si tratta di uno strumento usato in topografia per l’individuazione di linee sul terreno perpendicolari tra loro), una stele funeraria paleocristiana, una lastra con dedica a una coppia di coniugi della fine del II secolo d.C. e infine un’altra stele funeraria di incerta datazione. Procedendo lungo il lato sinistro soffermiamoci ad ammirare il capitello della penultima colonna, probabilmente derivante da un antico tempio dedicato al dio Nettuno o a una qualche divinità fluviale (giustificabile dalla vicinanza con l’importante fiume Lambro) e che raffigura un gruppo di delfini che si abbevera ad un’anfora da cui emerge il tridente, simbolo del dio Nettuno. Infine la base della quarta colonna è un reperto archeologico davvero prezioso: si tratta, infatti, della metà di un altare di epoca romana, la cui metà corrispondente è stata invece utilizzata come capitello per la colonna situata nella navata opposta. Nella navata destra invece, alla base della prima colonna entrando, è possibile ammirare un’intera area scarificale dedicata a Giove, oltre a resti di muratura di una chiesa precedente.
Cripta – Capitello Cripta – Capitello Nettuno
Il battistero
Annesso alla basilica dei santi Pietro e Paolo, sul suo lato sud, sorge il battistero, dedicato a San Giovanni e di epoca antecedente, sebbene costruito con materiali affini alla basilica stessa: al suo interno sono fortunatamente conservati alcuni interessanti affreschi che vanno dall’alto Medioevo al Quattrocento.
Basilica di Agliate- battistero
Anche il battistero della basilica di Agrate presenta una caratteristica molto particolare: una pianta a nove lati, cosa estremamente insolita per edifici di tale specie. In realtà tale caratteristica si coglie solo dall’esterno una volta entrati, infatti, ciò che si percepisce è una classica pianta ottagonale, aderente ai dettami ambrosiani. Questa illusione prospettica è determinata da una lieve angolazione delle pareti del battistero: un accorgimento architettonico dovuto alla necessità di munire la struttura religiosa di un’abside sufficientemente ampia, in grado di contenere l’altare. Al centro della parete sovrastante l’abside sopravvive l’accenno di un affresco risalente ai primi anni del secolo XI, raffigurante il battesimo di Cristo nel Giordano.
Basilica di Agliate -interno battistero
Tra gli altri affreschi superstiti, alla destra dell’ingresso principale, di particolare rilievo risulta essere la Deposizione di Cristo, realizzata durante i primi anni del Trecento e di probabile scuola giottesca.
Dettaglio Deposizione di Cristo