Palazzo dei Giureconsulti, uno tra i palazzi di Milano più conosciuti, si staglia con la sua imponenza e il suo ricco apparato decorativo a due passi dal Duomo, nel pieno centro della città e della sua vita sociale, economica, culturale. La piazza su cui sorge, infatti, era già il cuore delle attività economiche e pubbliche della Milano medievale.
- La storia di Palazzo dei Giureconsulti
- La facciata di Palazzo dei Giureconsulti
- La nicchia di Palazzo dei Giureconsulti
- Come arrivare
- Approfondimenti
La storia di Palazzo dei Giureconsulti
Palazzo dei Giureconsulti vede la sua storia strettamente intrecciata a quella dei Medici, cui si deve l’edificazione di questa splendido esempio di sapienza architettonica. Fu infatti uno tra gli esponenti di maggior prestigio della famiglia del Medici, Papa Pio IV, eletto nel 1559, a dare il via alla costruzione del palazzo dei Giureconsulti decidendo al contempo di rinnovare la struttura architettonica dell’intera piazza Mercanti. In particolare modo, l’intento di Papa Pio IV era riadattare l’edificio, posto a ridosso della medievale Torre di Napo Torriani, sede del Collegio dei Giureconsulti. SI trattava, come suggerisce il nome stesso, di una prestigiosa istituzione che accoglieva i laureati in legge da cui si sceglievano anche i membri del Tribunale dei Giudici di Provvisione e lo stesso Pio IV ne era stato alunno conducendovi parte dei propri studi accademici, diventando in questo modo un eminente giurista.
I lavori per la ristrutturazione di Palazzo dei Giureconsulti vennero affidati a Vincenzo Seregni, noto architetto che aveva lavorato in precedenza alla Fabbrica del duomo di Milano, dapprima in qualità di intagliatore in marmo e successivamente nominato architetto (anche se ne venne poi licenziato nel 1567 per volere di Carlo Borromeo che gli preferì il suo architetto di fiducia, Pellegrino Tibaldi). Vincenzo Seregni ha lasciato diverse impronte della sua opera a Milano: suoi sono infatti la tomba di Giovanni del Conte nella chiesa di San Lorenzo; la tribuna, le cappelle del transetto e il quadriportico della chiesa di Santa Maria presso San Celso; la nuova confessione sotto l’altare maggiore del Duomo. E questo solo per citare solo alcune dei lavori di cui Seregni ha costellato Milano (e la Lombardia).
Anche se ufficialmente i lavori a Palazzo dei Giureconsulti iniziarono il 7 aprile 1562, il loro cantiere si protrasse per quasi un secolo a causa di diatribe e rivendicazioni di luoghi e spazi tra i diversi attori coinvolti. Infatti per tutta l’età moderna palazzo dei Giureconsulti rimase la sede sia del Tribunale dei Giudici di Provvisione che del Collegio dei Giureconsulti, creando una situazione da separati in casa: le due istituzioni avevano di fatto una rigida separazione degli spazi, arrivando addirittura a possedere ognuna una propria Cappella religiosa. Questo stato di cose ebbe termine alla fine del ‘700, quando il palazzo dei Giureconsulti andò incontro a una serie di cambi di destinazione, passando da Ufficio di Conciliazione a Corte d’Appello, a luogo di depositi e magazzini, a sede della Borsa. Quest’ultima fu senza dubbio la più prestigiosa delle nuove assegnazioni del palazzo, destinata a dare una nuova impronta alla città di Milano, facendole conquistare uno spazio importante nel mondo delle operazioni finanziare internazionali. Fino a quel momento la sede della neonata Borsa era confinata al Monte di Pietà, una sede fuori mano e non adeguata all’importanza dell’istituzione. Il Governo decise quindi di spostare la Borsa in un luogo che fosse comodo per i commercianti e gli artigiani, in una zona ampia e centrale nelle adiacenze di quella che allora era Piazza de’ Tribunali e che ora è via dei Mercanti. Proprio per questi motivi si procedette all’acquisto della grande sala di Palazzo Giureconsulti, che la Corte d’Appello utilizzava per tenere le udienze pubbliche. Da quel momento, come ben sappiamo, le attività della Borsa andarono incontro a una vera e propria esplosione, al punto che si rese necessario un ampliamento della sala, con la chiusura, nel 1853, dei portici lungo via dei Mercanti tramite l’applicazione di ampie vetrate. La Borsa rimase a Palazzo dei Giureconsulti fino agli inizi del Novecento, nonostante ulteriori lavori resisi necessari in seguito all’abbattimento della Casa del Podestà e all’apertura di via Mercanti verso il Duomo. Nel 1877 infatti il piano stradale venne abbassato per posare le rotaie del tram e nel 1878, al posto dell’antica Gabella del Sale furono approntati gli Uffici del telegrafo.
La Borsa a Palazzo dei Giureconsulti
Nel 1911 il Palazzo dei Giureconsulti venne venduto in via definitiva Camera di Commercio che, nel biennio compreso tra il 1912 e il 1914, mise mano a una serie di interventi di ridisegno degli interni che trasformarono la distribuzione degli ambienti, modificandola in modo sostanziale e donandole l’aspetto che possiamo ammirare ancora oggi. Il risultato di questa importante opera di restauro fu duplice: esternamente il palazzo dei Giureconsulti riacquistò l’aspetto originario, con la rimozione delle vetrate che chiudevano i portici su via Mercanti. Invece per quanto riguarda gli interni, vennero eliminate, in accordo con la Sovrintendenza, le strutture voltate a copertura della sala delle Colonne (al piano terra a sinistra della torre) e della sala dell’antica Gabella del Sale (al piano terra a destra dell’edificio). Le pitture murali che ricoprivano questi ambienti vennero “strappate” e ricollocate al piano superiore, dopo essere state preventivamente trasportate su tela.
Palazzo dei Giureconsulti -inizio ‘900
Durante i bombardamenti del 1945 il Palazzo venne seriamente danneggiato. soprattutto nella sua ala destra: i danni furono di gravità tale che i lavori necessari per la messa in sicurezza del Palazzo dei Giureconsulti si protrassero fino al 1989. Le opere di restauro, sotto la direzione di Gianni Mezzanotte, riguardarono la globalità dell’edificio, andando a interessare anche, per la prima volta, l’aspetto distributivo, archeologico e strutturale, fino ad arrivare inoltre al restauro delle superfici. Dal punto di vista distributivo, il salone sotterraneo venne liberato dalle tramezzature, in modo da permettere la visione in tutta la sua interezza della volta cinquecentesca a botte e ribassata. Un analogo intervento di rimozione delle tramezzature venne approntato nella sovrastante sala delle Colonne permettendo il riemergere dell’aspetto dell’antica sala delle Contrattazioni. Per quanto riguarda gli ambienti interni, il ridisegno si è dimostrato estremamente rispettoso, salvaguardando in modo particolare i reperti romani ritrovati nel sotterraneo, creando una balconata che consentisse la visibilità dell’antica sede stradale, dell’antico resto della fornace e dei due pozzi (di cui uno, sottostante la balconata, protetto da una lastra di vetro pedonabile).
Palazzo dei Giureconsulti: reperti romani
Sempre in questa importante opera di restauro, i lavori interessarono anche la parte strutturale di Palazzo dei Giureconsulti con un duplice obiettivo: isolare l’edificio dalle vibrazioni indotte dal passaggio, nelle sottostanti gallerie, dei convogli della metropolitana e consolidare la torre di Napo Torriani, sulla quale era già stato attuato un restauro statico nel 1913, con accertamenti dello stato delle sue fondazioni (cronache dell’epoca riferiscono che già nel 1562, all’inizio della costruzione la torre sembrava inclinata rispetto al resto dell’edificio). Infine si è messo in campo un serio lavoro di pulitura in particolar modo sulle pietre della facciata su cui, successivamente, sono state eseguite operazioni di consolidamento e protezione delle superfici.
Dal momento in cui Palazzo dei Giureconsulti venne acquistato dalla Camera di Commercio, fu destinato a diventare un palazzo congressuale, divenendo in questo modo il più antico e centrale centro congressi della città: oggi mantiene la sua vocazione di punto d’incontro e crocevia culturale, ospitando, nei suoi 2000 mq di superficie distribuiti su quattro piani, nelle sue otto sale convegni e nelle aree espositive attrezzate e tecnologicamente all’avanguardia (tra cui il Solone delle Mostre), i grandi eventi della moda, del design e dell’arte.
La facciata di Palazzo dei Giureconsulti
Palazzo dei Giureconsulti non è un palazzo sorto ex novo ma il risultato di una serie di riadattamenti di strutture che, al momento della fondazione del nuovo Broletto, facevano parte dell’antico palazzo di Napo Torriani, l’antico centro del potere guelfo dell’omonima dinastia dei Torriani. Ancora oggi è possibile ammirare parte di questa antica architettura, proprio nella torre centrale del palazzo, già torre dei Bottazzi, inglobata a partire dal 1271.
L’apparato decorativo con cui conosciamo Palazzo dei Giureconsulti è di matrice cinquecentesca e nelle intenzioni di Papa Pio VI avrebbe dovuto essere solo il primo tassello di un progetto di più ampio respiro, volto a conferire alla piazza dei Mercanti un aspetto omogeneo, uniformando architettonicamente tutti gli edifici prospettanti sulla piazza stessa. Come abbiamo visto i lavori iniziarono il 7 aprile del 1562: a testimonianza di tale evento, è ancora possibile osservare la lapide realizzata a ricordo della posa della prima pietra, lapide che venne murata nel passaggio di Santa Margherita.
Alla fine del ‘500 il palazzo aveva iniziato ad assumere l’aspetto progettato da Seregni anche se la costruzione era limitata alla torre centrale, che ancora si presentava con il suo aspetto snello, terminante nella parte superiore con una piattaforma leggermente sporgente, completata da una loggia in legno. Abbiamo detto che i lavori per Palazzo dei Giureconsulti si protrassero per quasi un secolo: infatti l’ala destra venne completata da Carlo Buzzi (attivo tra il 1638 e il 1658) che terminò l’estensione della campata sul fronte est fino a inglobare il portone della Pescheria vecchia nel 1656.
La facciata di Palazzo dei Giureconsulti presenta una ricca decorazione manierista di matrice secentesca che, rispecchiando i voleri di Papa Pio Vi, si accorda armoniosamente con l’apparato decorativo della facciata delle Scuole Palatine, situate sul lato opposto della piazza. SI tratta di un tripudio di decorazioni che rendono omaggio a diversi settori dell’intelletto umano, dal diritto alle arti, così come a illustri personaggi della storia del nostro paese. A spiccare, proprio al centro della facciata del Palazzo, la statua di Sant’Ambrogio benedicente, opera di Luigi Scorzini, incorniciata da un fregio a motivi fitomorfi e da un festone con ghirlande di fiori e frutta. Ma la statua di Sant’Ambrogio non è l’unica decorazione presente: al suo fianco sono infatti presenti due raffigurazioni di Orfeo, di cui una di particolare interesse in quanto, insieme al personaggio mitologico, troviamo, in un accostamento forse azzardato, uno dei simboli di Milano, la famosa scrofa semilanuta.
Palazzo dei Giureconsulti – Sant’Antonio