Cassinetta di Lugagnano, piccolo borgo a due passi di Milano, si stende placido lungo il corso del Naviglio, con le sue incantevoli ville e un paesaggio di sorprendente bellezza. Cassinetta di Lugagnano è immersa nel Parco del Ticino, e tra acqua, arte e terra, sembra un borgo fuori dal tempo, un vero e proprio gioiello alle porte di Milano. Un borgo che è anche sostenibile, essendo il Primo Comune d’Italia ad aver adottato un Piano urbanistico a zero consumo di suolo, che ha consentito la salvaguardia dell’ambiente e del suo straordinario patrimonio architettonico.
- Il borgo di Cassinetta di Lugagnano
- Le ville di Cassinetta di Lugagnano
- Villa Gambotto Negri
- Villa Birago Clari Monzini
- Villa Trivulzio
- Villa Visconti Maineri Castiglione
- Le altre ville
- Il mulino della pazza di Birago
- Come arrivare
- Approfondimenti
Il borgo di Cassinetta di Lugagnano
Il borgo nasce dall’unione di due frazioni separate, Lugagnano e Cassinetta, situate sulle rive opposte del Naviglio Grande, tra loro collegate tra loro da un ponte a schiena d’asino: i due comuni vennero unificati in un unico Comune nel 1860, con un decreto del Re d’Italia e nel 1862 si procedette alla costruzione del ponte per unire le sponde del Naviglio. Di fianco a tale ponte a venne installata la statua di San Carlo Borromeo, realizzata nel 1749 a ricordo della breve sosta del santo che nel 1584 si dovette fermare qui, essendo caduto malato mentre navigava sul Naviglio diretto a Milano, dove sarebbe morto poco dopo.
Sulla sponda destra del Naviglio sorge Lugagnano, il più antico dei due borghi i cui primi insediamenti risalgono al periodo romano. L’importanza di Lugagnano crebbe nel corso dei secoli, riflettendosi in un’espansione dei suoi territori, che si estesero fino ad Abbiategrasso, andando così a rivestire il ruolo di un importante feudo medioevale, arroccato intorno a un castello con fossato, di cui purtroppo si sono perse le tracce. Le prime notizie certe su Lugagnano risalgono al 1251, rintracciabili in un documento ufficiale che attesta la donazione di questa terra al monastero di Chiaravalle. Da tale data in poi, diventano numerose le fonti che mostrano il forte legame tra questo borgo e le numerose famiglie che di fatto si sono avvicendate nel possedimento del feudo, fino alla comparsa del solito Napoleone che con le sue riforme stravolse l’assetto amministrativo del territorio italiano.
Sulla sponda sinistra invece è insediata Cassinetta, anticamente conosciuta come Cassinetta Biraga, dal nome del suo fondatore, Maffiolo Birago, nobile del Ducato di Milano, dove rivestiva il ruolo di Maestro di Aula della Camera Ducale di Filippo Maria Visconti. Oltre ad aver gettato le fondamenta del nuovo borgo, il nobile lombardo fece edificare nel 1435, sempre su questo territorio, la più antica chiesa del luogo, dedicata alla Beata Vergine e a Sant’Antonio Abate. Ma le migliorie approntate da Birago non si fermarono qui: sempre su sua iniziativa, infatti, venne scavato un canale artificiale (detto Roggia Biraga) derivato dal Naviglio Grande, allo scopo di mettere in funzione le pale di un mulino, il Mulino della Pazza Biraga, mulino che non solo è tutt’ora funzionante ma conserva ancora la macina in pietra e gli originali ingranaggi in legno.
La posizione strategica di Cassinetta di Lugagnano, lungo il Naviglio, decretò la fortuna del borgo: oltre a permettere un’importante funzione commerciale per il trasporto delle merci, il naviglio consentiva anche agli abitanti di Milano di uscire dalla città per raggiungere le località di villeggiatura e di caccia dei dintorni. Grazie a questa fortunata combinazione di caratteristiche, Cassinetta di Lugagnano divenne una meta ambita dal ceto nobile della città, che iniziò a costruire sfarzose ville di delizia lungo le sponde del Naviglio, aumentando di fatto il valore e il prestigio della zona. Alcune di queste meravigliose abitazioni, circondate da splendidi parchi e giardini, possono ancora essere ammirate, avendo mantenute inalterate la propria grazia e la propria bellezza, rendendo Cassinetta di Lugagnano una meta deliziosa per una gita fuori porta, soprattutto nella bella stagione.
Le ville di Cassinetta di Lugagnano
Come abbiamo detto, Cassinetta di Lugagnano possiede un patrimonio architettonico notevole, essendo disseminata di splendide ville, dimore di villeggiatura legate ai nomi delle grandi famiglie milanesi che avevano eretto questo luogo come meta ideale per i propri momenti lontano dalla città, immersi nei paesaggi e nella natura della campagna lungo il corso del Naviglio. Alcune di queste ville sono ancora visitabili, mantenendo inalterato quel loro splendore per cui erano giustamente rinomate. Vediamo quindi le più famose di queste antiche residenze, prima di soffermarci su quella che possiamo considerare la regina di queste dimore, Villa Visconti Maineri Castiglione.
• Villa Gambotto Negri
La prima tra le ville che si incontrano giunti a Cassinetta di Lugagnano, adagiata lungo la riva destra del Naviglio, affacciata sulla roggia Visconti, quasi a guardia dell’ingresso del paese, sorta di portabandiera delle altre residenze nobiliari della zona. Si tratta di una dimora eretta nelle ultime decadi del ‘700, per la precisione nel 1761, per volere di tale Jan Dembowski un polacco entrato al servizio come militare nell’esercito del Regno d’Italia dove raggiunse il grado di generale e in seguito nominato barone. Quasi un secolo dopo, nel 1875, la villa con la circostante Cascina Piatti, venne acquistata dall’allora sindaco di Milano Gaetano Negri, che era nativo di Cassinetta. Il punto di forza di questa dimora è probabilmente il sontuoso ingresso che costituiva il punto di arrivo prospettico dell’ampia veduta che si apriva davanti alla già citata Villa Birago-Clari Monzini, situata all’estremo opposto di Cassinetta di Lugagnano. L’entrata principale prospetta sul giardino antistante la casa ed è rivolta verso la strada parallela al Naviglio Grande: il suggestivo accesso avviene attraverso il ponte in pietra cui fanno ala quattro platani secolari. Il cancello centrale in ferro battuto permette uno scorcio sul viale principale del giardino all’italiana che porta al portone della villa. Come tutte le altre dimore, anche villa Gambotto Negri sorse come residenza estiva e la sua planimetria rispecchia tale funzione. La villa ha infatti una pianta a U con un corpo centrale e le ali adibite a rustici: le stanze di rappresentanza, salotto e sala da pranzo, sono a livello del giardino, mentre le camere da letto si trovano al primo piano.
Villa Birago Clari Monzini
Situata sulla riva del Naviglio, è la più antica delle ville di Cassinetta di Lugagnano, cui era in passato collegata attraverso un viale alberato di 800 metri che da piazza del Teatro, attraverso un grande parco, proseguiva oltre il corso d’acqua. Il fatto che la villa sia costituita da quattro corpi aperti su un cortile centrale, il cortile d’onore, e su due corti rustiche, ha portato a ipotizzare che sia sorta sulle basi dell’antico fortilizio militare di Lugagnano che si presume edificato attorno al 1558 dalla famiglia Birago. La villa vera e propria è composta da un nucleo principale, dal cortile d’onore, da un avancorpo con annessa cappella ed esedra d’ingresso e da un’ala di servizio sulla sinistra. A livello architettonico la villa riprende le caratteristiche tipiche del ‘600 con un corpo di ingresso a due piani, da cui, attraverso il corpo laterale più basso, destinato a funzioni di servizio, si raggiunge il vero centro del complesso, il corpo padronale in fondo alla corte, con i suoi tre piani e un portico di cinque campate. L’edificio che dà sulla strada alla sinistra possedeva un Oratorio con affreschi e lapidi marmoree e che ora è diventato abitazione (per la fortuna di chi ci abita). Nell’edificio centrale, al primo piano si apre l’appartamento padronale della villa e come nelle migliori tradizioni, qui si trovava l’ampio salone delle feste, lungo 80 metri e dagli immensi soffitti di 5 metri e mezzo di altezza, interamente ricoperto di affreschi, in gran parte ancora conservati. Sul retro della villa si apre un enorme giardino anch’esso recuperato durante i restauri. Villa Birago Clari Monzini, come suggerisce il nome, ha avuto diversi proprietari, ciascuno dei quali ha voluto legare il proprio nome all’edificio che è andato così assumendo un nome altisonante. L’attuale complesso fu edificato nella seconda metà del XVII secolo dai Clari di Alessandria, che ne rimasero proprietari fino al 1819, eccezion fatta per un breve periodo alla fine del XVII secolo quando venne confiscato dalla Camera Regia. In seguito l’edificio fu ampliato, strutturato a corte civile e nel 1721 nell’ala sinistra della villa venne aggiunta una piccola chiesa dedicata a Sant’ Anna. Sul finire del 1800 questa magnifica villa di Cassinetta di Lugagnano venne acquistato dalla famiglia Malvezzi e agli inizi del 900 ereditato da Angelica Malvezzi coniugata Monzini, da cui la villa prese l’ultimo nome, e il piano terra fu occupato da una filanda. Una volta dismessa la filanda, la villa andò incontro ad un periodo di degrado e abbandono, protrattosi addirittura fino al 2007 quando venne restaurata per essere adibita a lussuose abitazioni private che comportarono la divisione di alcuni saloni affrescati in locali più piccoli, medesima sorte toccata all’Oratorio.
Villa Birago Clari Monzini Villa Birago Clari Monzini
Villa Trivulzio
Tra le ville di Cassinetta di Lugagnano meglio preservate, al punto da conservare al suo interno parte degli arredi neoclassici dell’epoca, si trova all’estremità occidentale del centro storico del borgo, proprio sul limitare del suo splendido parco. La villa, rimasta nei possedimenti della famiglia Trivulzio fino al 1949, è attualmente di proprietà privata ed è stata recentemente restaurata e sottoposta a vincolo di tutela ai sensi della legge n.1089/39 così come il parco e l’oratorio, parte integrante del medesimo complesso architettonico. Questa antica dimora venne edificata anch’essa sul finire del ‘700, sulle fondamenta di un edificio preesistente e il suo attuale aspetto è dovuto a una serie di interventi di ampliamento e restauro voluti dal Conte Angelo Trivulzio che si sono ultimati nel 1828. La villa colpisce per la sua imponente alta facciata a tre piani, intonacata con la classica tinta “giallo lombardo”, presenta una parte mediana più sporgente scandita da lesene ioniche, singole ai lati e accoppiate al centro con la cornice coronata da un parapetto. Alla destra del corpo padronale, lungo il lato corto del cortile d’accesso, si innesta, con pianta ad elle, il corpo con gli edifici di servizio, confinante con l’oratorio di Sant’Antonio aperto verso il paese. La parte retrostante della villa presenta una facciata identica a quella di ingresso, presentando in aggiunta, a livello del primo piano, un balcone in pietra e ferro battuto, largo quanto la campitura centrale. Sul parapetto sovrastante il tetto dell’edificio spiccano sei vasi in granito, posizionati in corrispondenza delle lesene, andando così a continuarne il motivo architettonico, sottolineando al contempo la maggior importanza della facciata rivolta verso il giardino rispetto a quella di ingresso. Lo splendido parco di villa Trivulzio esaltava la magnificenza e l’importanza della casata omonima, presentando le tipiche caratteristiche del giardino all’inglese, con un ampio prato centrale delimitato da alberi secolari disposti ad anfiteatro. Come nelle migliori tradizioni, all’interno del parco, sul lato orientale, sorge un suggestivo tempietto neoclassico a pianta ottagonale, mentre due coppie di statue, sempre di stile neoclassico, concludono l’asse prospettico che dalla villa attraversa il giardino.
Villa Trivulzio Villa Trivulzio
Villa Visconti Maineri Castiglione
Eccola, la villa regina di Cassinetta di Lugagnano, sorta nel 1392, anno in cui venne scavata la roggia che ha inizio proprio davanti alla villa, su terreni di proprietà della potente famiglia Visconti. Questa dimora presenta diverse peculiarità, che la rendono unica nel panorama architettonico delle ville di delizia italiane. Innanzitutto, il fatto di presentare il fianco al corso del Naviglio e non il fronte, come invece avviene in tutte le ville edificate lungo corsi d’acqua. Un’altra peculiarità di questa villa di Cassinetta di Lugagnano è il suo giardino che si presenta articolato su due livelli di cui il primo è all’italiana e termina con una nicchia centrale, davanti alla quale si svolgevano le messe in scene teatrali. Il secondo invece è un giardino all’inglese, progettato dal famoso architetto Balzaretto nel 1850: presenta un grande prato centrale con alberi ed anfiteatro, con la parte retrostante adibita a frutteto. Villa Visconti ha una pianta ad H, distribuita su tre piani e tutto il suo complesso, in apparenza unitario, è il risultato di una serie di modifiche che hanno interessato la varia tappe della costruzione. Villa Visconti si erge maestosa, parzialmente nascosta da un possente muro di cinta, che nascondeva una vera e propria cittadella, mantenendo al contempo una netta separazione tra il contesto paesano e la vita che si svolgeva all’interno della villa. Come abbiamo appena detto, villa Visconti è articolata su tre piani, con la suddivisione degli spazi tipica delle residenze nobiliari seicentesche: abbiamo quindi il piano terra occupato dai locali di servizio e dal portico a cinque fornici verso il giardino, il secondo piano con gli alloggi della servitù e le camere e infine il piano nobile di rappresentanza e riservato ai proprietari. Come da tradizione, la villa doveva possedere caratteristiche tali da rispecchiare la ricchezza e la potenza dei proprietari, garantendone al contempo ogni possibile confort: di conseguenza, tra le proprietà era prevista anche una cappella di famiglia, in questo caso dedicata alla Beata Vergine e composta da due ambienti, uno aperto sulla strada e destinato al pubblico, e l’altro invece privato, dove era disposto l’altare e decorato con affreschi attribuiti al Ferrario (1728). Nel lato sud-ovest della vasta proprietà si trovano i fabbricati civili e rustici, un tempo noti come casa da massaro e casa da pigionante, anch’essi disposti lungo la strada parallela al Naviglio.
Villa Visconti Maineri Castiglione Villa Visconti Maineri Castiglione
Le altre ville
Per ragioni di spazio, ci limitiamo a citare le altre ville, anch’esse sfarzose dimore meritevoli di una visita:
• Villa Cattaneo Krentzlin
• Casa Spirito.
• Villa Castiglioni Nai Bossi
• Villa Morlin-Visconti ora Grosso-Pambieri.