- Milano Wine Week 2021
- L’edizione 2021 della Milano Wine Week
- Palazzo Bovara: il quartier generale
- Le categorie dei vini
- I vini lombardi
- Il vino di Milano: il San Colombano
Milano Wine Week 2021
Milano Wine Week in programmazione dal 2 al 10 ottobre 2021: torna per il quarto anno la kermesse dedicata al mondo del vino e come molte altre fiere sarà contraddistinta da un’atmosfera particolare. L’edizione di quest’anno sarà ancor più importante per il settore a causa della mancanza, per il secondo anno di fila, dell’appuntamento con il Vinitaly, la storica kermesse dedicata all’enologia che si tiene a Verona (appuntamento posticipato a giugno 2022). Non si tratta solo di un momento di ripartenza economica per un settore che è stato duramente colpito dalle restrizioni imposte dalla pandemia. Quello che appuntamenti di questo tipo, come l’edizione da poco conclusa del Salone del Mobile 2021 (Qui un approfondimento sul Salone del Mobile 2021), trasmettono è molto di più. Potremmo parlare di riappropriazione di spazi, ma forse nemmeno il termine riappropriazione è pienamente corretto. Meglio allora parlare di un modo nuovo di occupare gli spazi, di creare eventi, di proporre momenti aggregativi di qualsiasi tipo. Infatti che siano culturali, sportivi, fieristici, l’intenzionalità alla base è la medesima. Dopo questo anno e mezzo di una pandemia con cui ancora ci stiamo misurando, ci troviamo in una situazione ambivalente. Se da una parte avvertiamo la necessità di tornare a stare con gli altri, di ridare ossigeno alle nostre menti e ai nostri corpi, dall’altra in molti avvertono anche timore, a volte anche ansia, alla semplice idea di ritrovarsi. La Wine Week si configura come un’opportunità di ritrovo in sicurezza, in grado di sciogliere le tensioni accumulate, gustando del buon vino e del buon cibo. Un’opportunità che permette anche di conoscere i vini della Lombardia, oltre ai vitigni delle altre regioni italiane, forse più famosi.
L’edizione 2021 della Milano Wine Week
La manifestazione, come dalla sua prima edizione, presenta un fitto calendario di appuntamenti dedicati sia ai professionisti del settore sia al grande pubblico. E proprio il digitale sarà il protagonista, permettendo una fruizione personalizzata e massimizzare l’interazione tra il pubblico e i locali aderenti. Infatti è stata sviluppata un’applicazione apposita, App Milano Wine Week, con la quale sarà possibile consultare il programma, prenotare cene e orientarsi nei diversi “wine district” della città, in moda da garantire al contempo il rispetto delle norme anticovid. In questo modo si potranno pianificare tappe collegate non solo al vino ma anche all’arte, alla moda e al design, in una rete che collegherà le eccellenze di Milano. Infatti tra i vari servizi resi disponibili dall’applicazione vi sarà anche la possibilità di affittare una bici, prenotare la visita di una mostra, riservare un posto ad un evento o partecipare a uno dei Wine Tours fuoriporta organizzati nei giorni della MWW. I Wine Tours costituiranno momenti particolari configurandosi come veri e propri percorsi di scoperta dei territori del vino distanti poche da Milano: la nostra città infatti è strategicamente posizionata al centro di numerose aree vinicole, raggiungibili in meno di 2 ore. Grazie a questi tour giornalieri organizzati, in partenza da Palazzo Bovara sarà possibile raggiungere le cantine di oltre 15 territori di produzione in Lombardia, Piemonte, Emilia, Veneto e Trentino.
L’inaugurazione della kermesse, con immancabile brindisi, si terrà in Piazza Tre Torri nel quartiere di City Life.
Inoltre il connubio vino-cibo sarà ancor più al centro dell’edizione 2021 della Milano Wine Week, nell’ottica della promozione delle tradizioni e delle eccellenze enogastronomiche italiane. L’intento alla base di questa scelta è duplice: da una parte aumentare la conoscenza degli accoppiamenti migliori che sappiano esaltare le qualità di entrambi i prodotti e dall’altra essere un trampolino per il rilancio di un settore pesantemente colpito dalla pandemia. A questo proposito sarà presente un’area Food, declinata in 3 direzioni diverse:
–Educativa: chef italiani mostreranno le migliori idee per l’abbinamento vino- cibo. Si tratterà quindi di show cooking dal vivo durante i quali ogni chef racconterà la propria ricetta dedicata ai vini delle aziende e dei Consorzi partner.
–Esperenziale: in diversi ristoranti partner sarà possibile degustare menù ideati per promuovere abbinamenti con vini delle principali denominazioni italiane. Inoltre saranno presenti banchi di assaggio che permetteranno di conoscere le caratteristiche delle diverse realtà vitivinicole.
–Internazionale: 11 città in 7 paesi chiave per l’export enologico saranno collegate in streaming per il rilancio del settore sul mercato mondiale. Le città collegate saranno: Montreal, Toronto, Chicago, New York, Miami, Londra, Mosca, Shangai, Shenzhen, Tokyo, Hong Kong.
Ovviamente il vino sarà il protagonista della kermesse ma le possibilità per il pubblico saranno svariate. Il filo conduttore che legherà tutte gli eventi sarà il racconto della cultura e delle tradizioni enologiche italiane, attivando avvenimenti speciali e degustazioni diversificate a seconda del distretto di appartenenza. Infatti, come già nelle edizioni passate, Milano sarà divisa in zone, ciascuna delle quali abbinata ad una particolare zona di produzione e ai rispettivi Consorzi vinicoli. Per tutta la durata della manifestazione ogni quartiere si trasformerà in strumento di diffusione sul territorio dei vitigni abbinati, in virtù delle iniziative che i vari locali metteranno in atto e per la presenza di pannelli informativi.
Milano sarà quindi divisa nelle seguenti aree tematiche:
-Brera: Consorzio per la Tutela del Franciacorta
-Sempione: Consorzio per la Tutela dell’Asti Docg
-Gae Aulenti Garibaldi: Consorzio Tutela del Prosecco Valdobbiadene Docg
-Porta Venezia: Consorzio per la Tutela Vini d’Abruzzo
-Eustachi: Consorzio per la Tutela i vini dell’Oltrepò Pavese
-Sanzio-Marghera-Ravizza: Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella
-Porta Romana: dedicata alla denominazione Lugana
-Isola: vini e olii della Liguria
Per una fruizione ancora più ottimale della kermesse saranno disponibili una Guida e una Mappa, sia in formato cartaceo che digitale: la guida conterrà il calendario completo degli eventi, l’elenco dei locali e degli shop aderenti e una parte editoriale mentre la mappa sarà focalizzata prevalentemente sui Wine Districts e sul percorso di attività delle enoteche e dei locali che aderiscono all’iniziativa.
Palazzo Bovara: il quartier generale
Palazzo Bovara, in Corso Venezia 51, sarà anche quest’anno il quartier generale della manifestazione, ospitando nelle sue sale svariate iniziative. Si tratta di un edificio storico di Milano opera di Francesco Soave e occupa un posto rilevante nella storia del neoclassico lombardo. La facciata appare libera da ogni pesantezza del barocco settecentesco e scevra di influenze francesi: un’elegante cancellata delimita il cortile rettangolare a portici, decorato da statue e vasi ornamentali e con quello che rimane di un giardino (un tempo molto più ampio) di piante antiche. . Il Palazzo ospita al piano nobile eleganti gallerie e sale di rappresentanza, di gusto neoclassico, ognuna delle quali presenta una particolare volta a stucchi: finti cammei con scene pompeiane, volte a cupolino e a tenda, volte bordate di finte nappe o da rose liberty. Inoltre in una di queste sale è presente uno stupendo pavimento con un intarsio di marmi lucidissimi, di bianco Pavonazzetto e rosso Levanto. Palazzo Bovara è attualmente sotto tutela dell’Unione del Commercio, del Turismo dei Servizi e delle Professioni della Provincia di Milano.
Pagina Ufficiale Palazzo Bovara
Le categorie dei vini
Prima di entrare nel dettaglio dei vini lombardi, diamo una veloce definizione delle categorie a cui i vini possono appartenere. Sono infatti 4 macrocategorie di suddivisione dei vini, a seconda del legame con il territorio di appartenenza e delle restrizioni del Disciplinare. In questa divisione la parte principale è costituita dal territorio, che determina le zone di produzione più vocate, e le regole di produzione delle uve. In ordine crescente di prestigio avremo:
–Vini varietali o da tavola: non hanno alcuna indicazione geografica e quindi possono essere prodotti anche con uve prodotte in più zone di produzione. In etichetta non è possibile indicare i vitigni con i quali sono prodotti, né tantomeno l’annata. Possono essere immessi al consumo sfusi, in damigiane o in vari tipi di contenitori. Poiché sono privi di una chiara identità produttiva e geografica, rientrano nella genericità produttiva che, tuttavia, non è sinonimo di bassa qualità.
–Vini IGT – Indicazione Geografica Tipica: si definisce il nome geografico di una zona utilizzata per designare il prodotto (vino o mosto) che ne deriva. Questa categoria include vini prodotti in aree generalmente ampie, come una regione o una provincia, che rispettano precisi requisiti e sono sottoposti a disciplinare. Uno dei requisiti fondamentali richiede che siano ottenuti da uve raccolte nella zona menzionata per almeno l’85%. In etichetta i vitigni possono essere menzionati ma non è obbligatorio. Possono essere immessi al consumo sfusi o in damigiana. Si tratta di vini di alta qualità, distinti dalle categorie precedenti in quanto vini puri, non essendo permessi intrecci di uve diverse.
–Vini DOC – denominazione origine controllata: indica la zona originaria e delimitata delle uve raccolte ed utilizzate per la realizzazione del vino. Quindi per rientrare in questa categoria i vini devono essere prodotti in una zona specifica, che può essere ricondotta a un territorio, ma anche a un paese, una frazione o addirittura una vigna. Il disciplinare stabilisce rigidamente la stabilita resa di produzione per ettaro, i vitigni impiegati, il grado alcolico e l’affinamento. Prima di essere messo in commercio, un Vino DOC deve essere sottoposto ad un’analisi chimico-fisica e ad un esame organolettico esperto dalle Camere di Commercio. In genere vengono confezionati in bottiglia, ma possono essere venduti anche sfusi o in damigiane.
Vini DOCG – denominazione origine controllata garantita: categoria che identifica la provenienza geografica di un vino e che può essere assegnata solo a quei vini di particolare pregio classificati come DOC da almeno 5 anni. Prima dell’imbottigliamento vengono sottoposti ad un’analisi chimico-fisica e a degustazione. Vengono messi in commercio in bottiglia su cui possono essere apposte delle “fascette” di Stato in carta, applicate sul collo delle bottiglie o sul tappo.
I vini lombardi
Dal punto di vista della viticoltura in Lombardia i terreni favoriti da buone condizioni pedoclimatiche e quindi vocati alla coltivazione delle uve non sono numerosi. Tuttavia tali terreni presentano alti standard qualitativi che, uniti alle più moderne tecniche di vinificazione, permettono la produzione di vini che raggiungono l’eccellenza, andando a costituire un fiore all’occhiello dell’enologia italiana a livello mondiale. La Lombardia infatti può vantare 5 DOCG, 21 DOC e 15 IGT. Un altro vantaggio della regione consiste nella notevole diversificazione delle zone produttive, per condizioni climatiche e geografiche: una ricchezza che si estende dai versanti terrazzati della Valtellina, alle aree moreniche dei laghi Garda e Iseo, per raggiungere i colli appenninici dell’Oltrepò Pavese e la bassa pianura. Per ragioni di spazio presenteremo solo la suddivisione delle zone di produzione lombarde, per poi focalizzarci sulla zona di produzione più vicina al territorio di Milano. La Lombardia presenta dunque le seguenti zone di produzione:
- Botticino (provincia di Brescia)
- Capriano del Colle (provincia di Brescia)
- Cellatica (provincia di Brescia)
- Franciacorta (provincia di Brescia)
- Garda Colli Mantovani (provincia di Mantova)
- Lambrusco Mantovano (provincia di Mantova)
- Lugana (provincia di Brescia)
- Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG, Oltrepò Pavese
- San Colombano al Lambro (provincia di Lodi)
- Scanzo o Moscato di Scanzo (provincia di Bergamo)
- Valcalepio (provincia di Bergamo)
- Valtellina Superiore DOCG, Sforzato di Valtellina, Valtellina Rosso (provincia di Sondrio)
- Valténesi (provincia di Brescia)
Vini Lombardia, zone di produzione
Il vino di Milano: il San Colombano
I vigneti da cui origina il San Colombano sono situati in zona collinare a un’altitudine compresa tra 40 e 120 metri sul mare, distante circa 40 km da Milano, isolata nel mezzo della pianura Padana, tra Lodi e la bassa Pavese. La viticultura in queste zone ha storia antica: basti dire che risale all’epoca romana per poi consolidarsi definitivamente nel 1600. Il marchio del vino riporta l’immagine stilizzata di San Colombano, santo irlandese a cui si deve il recupero della zona dopo la decadenza seguita al crollo dell’Impero Romano.
I vini di San Colombano sono di 3 tipi: rosso, bianco e riserva. Il rosso può essere prodotto come vino novello, “d’annata” fermo o frizzante, oppure come vino da medio e lungo invecchiamento. Viene prodotto con i seguenti vitigni:
• Croatina 30-50%: originaria dell’Oltrepò Pavese e si ritiene che la sua coltivazione risalga ai tempi di San Colombano. Il vino prodotto da questo vitigno è “ricco di colore, con profumo di frutta matura e di sottobosco”.
• Barbera 25-50 %: anche se di origine antica i primi documenti relativi al suo uso sono del 1700. I vini prodotti da questo vitigno sono caratterizzati da “colore rosso rubino, buon profumo, carattere piuttosto severo, buona alcolicità e robustezza”.
• Uva Rara, max 15%: detta anche “Bonarda”, anch’essa vanta un’origine antica. I vini prodotti da questo vitigno risultano “non molto carichi di colore, fruttati con profumo di spezie”.
Il bianco può essere vino tranquillo, fermo o frizzante ed è prodotto con i seguenti vitigni:
• Chardonnay min. 50%: uno tra i vitigni a bacca bianca più coltivati al mondo, parte dell’uvaggio dei migliori spumanti del mondo e dotato di grandi capacità di invecchiamento. La varietà delle sue componenti aromatiche emerge in modi diversi a seconda dei terreni e dei climi di coltivazione.
• Pinot Nero min. 10%: tra i più nobili a bacca rossa a livello mondiale, appartiene al gruppo di vitigni “internazionali”, di origine francese ed ampiamente coltivati in tutto il mondo. In virtù del colore neutro della polpa delle sue bacche risulta adatto anche alla vinificazione in bianco, ottenendo un vino che risulta la miglior base per la produzione degli spumanti, soprattutto in assemblaggio con lo Chardonnay.
Pagina Ufficiale Consorzio Vini San Colombano
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Vino di San Colombano, logo -
Vino di San Colombano
E adesso, direi che siamo pronti per goderci l’ottimo vino della Milano Wine Week.
Pagina Ufficiale Milano Wine Week