San Nazaro Maggiore, tra le più antiche chiese di Milano, nelle vicinanze di Porta Romana: su un questo tratto di strada che era una delle vie più importanti di Mediolanun, nel IV secolo Ambrogio fondò la basilica Apostolorum, simboleggiando così la potenza della Chiesa.
La storia
Proviamo a immaginarci questo tratto di strada nel IV secolo: la via chiamata Porticata, che come dice il nome, era affiancata da due portici con colonnato in pietra che correvano lungo tutta la lunghezza della strada. I portici ospitavano botteghe e negozi affrescati ed erano adornati da obelischi, statue, monumenti, per finire con un arco onorario che accoglieva chi entrava nella capitale dell’Impero giungendo da Roma. La via Porticata oltre ad essere un importante snodo viario, possedeva anche un importante significato simbolico, una sorta di passaggio di consegne tra la storica capitale dell’Impero e la città che le era succeduta in Occidente. E proprio su questo segmento dal valore altamente simbolico Ambrogio volle edificare una delle quattro basiliche che si era ripromesso di costruire dopo la sua proclamazione a vescovo il 7 dicembre 374. Le 4 basiliche erano collocate sulle 4 direttrici principali di Milano, per accogliere tutti coloro che vi si recavano e come saluto a chi invece lasciava la città. Oltre a San Nazaro Maggiore a sud, le 3 basiliche sorelle erano la Basilica Virginorum a nord (oggi San Simpliciano), la basilica Martyrum che diverrà la chiesa di Sant’Ambrogio ed infine la basilica dedicata ai profeti, in seguito San Dionigi, di cui conosciamo solo la localizzazione vicino ai Bastioni di Porta Venezia, poiché ridimensionata sul finire del 1500 e purtroppo completamente demolita nel 1700.
San Nazaro Maggiore fu edificata quindi tra il 382 e il 386 ed era originariamente dedicata agli Apostoli in quanto destinata ad accogliere le reliquie di alcuni degli Apostoli: Giovanni, Tommaso e Andrea secondo la fonte più accredita, mentre secondo un’altra ipotesi quelle di Pietro e Paolo. Pochi anni dopo la sua consacrazione, qui trovarono riparo anche le spoglie di San Nazaro ritrovate nel 386 dallo stesso Ambrogio e traslate a San Nazaro Maggiore nel 395. A dal partire XII secolo San Nazaro Maggiore vide aggiunto al suo nome l’appellativo “in Brolo” che ne indicava l’ubicazione entro i confini del brolo (dal tardo latino brogilum ossia “campo”, “orto”, “giardino”) ossia dei terreni di pertinenza dell’Arcivescovado.
Ricostruzione San Nazaro Maggiore
La forma primitiva della chiesa era a pianta cruciforme, mai utilizzata fino a quel momento in Occidente e scelta dallo stesso Ambrogio come rimando al trionfo di Cristo sulla morte, come si evince dall’epigrafe fondativa, riprodotta su una lastra situata sulla parete del coro di San Nazaro Maggiore. Nei secoli successivi numerosi interventi modificarono profondamente la struttura di San Nazaro Maggiore. La prima ricostruzione si rese necessaria nel 1075 in seguito a un violento incendio che danneggiò le capriate in legno del soffitto: gli interventi di recupero diedero a San Nazaro Maggiore forme romaniche attraverso il riutilizzo dei muri paleocristiani. In questa occasione venne inoltre realizzato il tiburio, primo esempio di “cupola” in Lombardia e si aggiunsero le absidi ai bracci del transetto. Nella prima decade del 500 si procedette all’edificazione del mausoleo Trivulzio addossato alla facciata romanica ad opera di Bartolomeo Suardi detto il Bramantino, ultimato da Cristoforo Lombardi e della cappella di Santa Caterina realizzata da Antonio di Lonate su disegno della scuola del Bramante, inizialmente concepita come una chiesa indipendente.
Cappella Trivulzio
cappella Santa Cristina
A partire dal 1570 furono decisi ulteriori interventi trasformativi a carico degli interni, per volere di San Carlo Borromeo che, insediatosi nella diocesi milanese e in ossequio ai principi della controriforma, diede inizio a una vasta opera di trasformazione degli edifici sacri, politica poi portata avanti dal cugino Federico Borromeo. Gli interventi messi in atto a San Nazaro Maggiore furono diversi e sostanziali: venne demolito il ciborio (il tabernacolo a quattro colonne sovrastante l’altare), fu affidata a Pellegrino Tibaldi la costruzione di un nuovo altare maggiore, il coro fu affrescato da Camillo Procaccini e infine lungo la navata furono costruite ulteriori cappelle con i rispettivi altari laterali. Nel corso del settecento venne allargata e dipinta la cappella di San Matroniale, venne costruito l’altare di San Arderico nell’abside di ponente ma soprattutto si completarono gli affreschi della cupola. Infine nel 1860 si ebbe la rimodulazione dell’interno in senso neoclassico a opera di Pietro Pestagalli. Durante la seconda guerra mondiale San Nazaro Maggiore venne pesantemente colpita dai bombardamenti: per far fronte ai gravi danni si resero quindi necessari imponenti interventi di restauro che durarono più di vent’anni e comportarono l’eliminazione delle cappelle barocche e della struttura neoclassica in nome di un ritorno alle all’originario aspetto di San Nazaro Maggiore che oggi ci si presenta con le sue antiche forme medioevali.
La basilica
Giungendo a San Nazaro Maggiore quello che colpisce non è tanto la facciata, coperta dalla Cappella Trivulzio, quanto la mole quadrata della cupola della cappella di Santa che sporge sul lato sinistro tra via Osti e largo Richini, così come il campanile cinquecentesco e l’abside del transetto sinistro. Tra le tante particolarità di San Nazaro Maggiore la prima a stupire il visitatore è proprio la mancanza di una vera e propria facciata, essendo la parte anteriore della basilica completamente ricoperta dalla cappella Trivulzio, un monumentale parallelepipedo, concepito sia come mausoleo di Gian Giacomo Trivulzio, maresciallo al servizio del re di Francia Luigi XII, sia come vestibolo di ingresso alla navata.
Cappella Trivulzio con la sua muratura in cotto e la copertura a lanterna rappresenta l’unica opera architettonica di Bartolomeo Suardi, detto il Bramantino, che la iniziò nel 1512. L’opera venne poi completata nel 1550 da un altro grande nome dell’architettura, quel Cristoforo Lombardo che fu anche autore della cupola di Santa Maria della Passione di Milano. Il parallelepipedo che conferisce la forma esterna alla cappella Trivulzio nasconde in realtà uno spazio interno ottagonale, con cupola a spicchi sostenuta da tre ordini: uno di nicchie, uno di arcosoli e uno di bifore architravate. (Gli arcosoli erano un tipo di sepoltura consistente in un’arca sepolcrale incassata in una parete e sormontata da una nicchia, per lo più a semicerchio). Mentre nelle nicchie si trovano ancora tracce di affreschi, negli arcosoli si trovano i sarcofagi con le statue giacenti dei Trivulzio, dovute ad Andrea Briosco e a Marco d’Agrate.
interno cappella Trivulzio monumento funebre Gian giacomo Trivulzio
L’ingresso vero e proprio alla basilica di San Nazaro Maggiore avviene quindi attraversando il portale rinascimentale situato a destra del portale romanico più antico, a sua volta collocato sul fianco sinistro della cappella di Santa Caterina. La cappella di Santa Caterina, come abbiamo visto, venne progettata inizialmente come chiesa indipendente, è un ambiente a pianta rettangolare, coperto da una cupola semisferica e illuminato da finestre a forma di piccoli rosoni. Al suo interno è possibile ammirare, alle spalle dell’altare, l’affresco capolavoro del piemontese Bernardino Lanino, “Il martirio di Santa Caterina” dove, nel paesaggio retrostante, l’artista ha ritratto anche se stesso, il suo maestro Gaudenzio Ferrari e un altro suo discepolo, Giovanni Battista Della Cerva. Nel transetto sinistro della cappella trovano posto altri capolavori: l’altare a opera di Carlo Giuseppe Merlo (inizio ‘700) e dedicato a San Ulderico, un affresco del XV secolo raffigurante la Madonna tra i Santi Benedetto e Cristoforo e una tavola di Bernardino Luini raffigurante La Passione di Cristo, situata nelle vicinanze dell’epigrafe a ricordo del vescovo Glicerio. Dalla cappella di Santa Caterina alcuni gradini immettono poi nella basilica vera e propria.
Il martirio di santa Caterina Martirio di Santa Caterina – autoritratto Lanino
L’interno di San Nazaro Maggiore, alleggerito dalle sovrastrutture barocche, è tornato al suo primitivo splendore paleocristiano e accoglie i fedeli in un ambiente a navata unica, caratterizzato da un incrocio di colori: il bianco del nuovo intonaco, il rosso dei costoloni creati dal Villa e il grigio dei setti in pietra paleocristiani superstiti. E tra quest’armonia di colori sono diverse le opere d’arte che aspettano di essere ammirate.
Interno di San Nazaro Maggiore
Nel presbiterio il posto d’onore è occupato dall’altare maggiore opera di Cesare Fiori e Giovanni Ruggeri su disegno di Pietro Francesco Prina: qui, tra i marmi neri e le sculture bronzee di Carlo Francesco Meloni, è situata un’urna che contiene le reliquie dei santi Giovanni Evangelista, Tommaso e Andrea, oltre al corpo di San Nazaro.
San Nazaro – altare maggiore
Anche il transetto destro può farsi vanto di un’opera di uno tra i maggiori esponenti dell’arte pittorica del 1300, Bonino da Campione (già autore del monumento equestre a Bernabò Visconti in San Giovanni in Conca ) oltre a resti del pavimento paleocristiano, tra cui quello con il monogramma greco di Cristo e “L’ultima Cena” su tavola del Lanino, ispirata a quella del maestro Gaudenzio Ferrari in Santa Maria della Passione.
Ultima Cena – Bernardino Lanino Crocifissione – Bonino da Campione
Nella navata, infine, si trovano tele seicentesche del Procaccini (precedentemente collocate nell’abside e distaccati durante il restauro del Villa), di Daniele Crespi e di Panfilo Nuvolone.
Terminiamo questa presentazione di quello che ci aspetta all’interno di San Nazaro Maggiore con una perla: il quadro di Giovan Ambrogio Figino, la Madonna del Serpe (o Madonna con Bambino che calpesta un serpente), ispiratore della più famosa Madonna dei Palafrenieri (o Madonna del Serpe), dipinta nel 1605 da Michelangelo. Il quadro di Figino venne commissionato attorno al 1583 per la nuova chiesa di San Fedele e proprio qui Michelangelo ebbe modo di ammirarlo: solo recentemente è stato spostato nel transetto sinistro di San Nazaro Maggiore.
Madonna del Serpe – Ambrogio Figino
La zona archelogica
Al di sotto della sagrestia è presente una piccola zona archeologica contenente materiali provenienti da scavi eseguiti nella zona adiacente a San Nazaro Maggiore: qui sono conservate le fondazioni della cappella di San Lino del IX secolo in cui sono stati riutilizzati sarcofagi di grandi dimensioni. Sono inoltre presenti strutture murarie probabilmente appartenenti ad ambienti di servizio della basilica, aggiunti tra il V e VI secolo, oltre vani anteriori alla basilica stessa, di età romana. Un reperto prezioso è costituito dal muro di fondazione ad andamento curvilineo di una delle absidi funerarie del transetto est riconducibili al progetto della basilica di Sant’Ambrogio. Infine nella zona archeologica hanno trovato dimora alcune delle numerose tombe realizzate nel corso degli anni introno alla basilica di San Nazaro Maggiore, in seguito all’ antica usanza di seppellire i propri morti nelle vicinanze delle reliquie di santi. Qualcuna di queste tombe conserva ancora le pareti affrescate con scene figurate di diverso tipo, come quella databile al VII-VIII secolo, ritrovata nei pressi dell’altare, con la rappresentazione di elementi simbolici dell’iconografia cristiana che rimandano alla morte e resurrezione del Cristo: il pavone, la croce e il vaso.
Come arrivare
San Nazaro Maggiore si trova in piazza San Nazaro in Brolo, nelle vicinanze di Porta Romana. La sua posizione centrale la rende facilmente raggiungibile partendo dalla sede di International Residence in via Gustavo Modena 4.
E’ infatti possibile raggiungere la basilica sia con i mezzi del trasporto pubblico (di superficie o sotterranei) impiegando meno di 30 minuti ( 20 minuti con la linea 54 la cui fermata è situata a pochi passi di distanza da International Residence) oppure in auto (ma scelta questa altamente sconsigliata sia perché prevede il pagamento del pedaggio di area C sia la ricerca di un parcheggio).
In alternativa, è possibile optare per una passeggiata a piedi di 30 minuti lungo le caratteristiche vie del centro storico di Milano.
Approfondimenti
Per ulteriori approfondimenti su San Nazaro in Brolo, consigliamo la seguente risorsa: https://www.valledeimonaci.org/basilica-di-san-nazaro-in-brolo-milano/
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